lunedì 25 agosto 2008

Avamposto militare e borgo


La storia di Castel Sardo è strettamente connessa alla caratteristica forma del «monticello» di trachite rossastra – secondo la definizione di Alberto della Marmora – esposto a tutti i venti del golfo dell’Asinara.
Dalla sommità, che ospita agli inizi del XII secolo la fortezza assegnata ai Doria di Genova, si può guardare lontano: ad ovest l’isola dell’Asinara e il porto di Torres e nello sfondo la Nurra, di fronte la Corsica, ad est le terre bagnate dal Coghinas e più in là Longo Sardo.
Castel Iuanue è nel Trecento un organismo più che sufficiente per un presidio, adattato alla forma del luogo fino a trarre vantaggio da questa mole singolare e incombente, così da apparire inespugnabile– forse più di quanto non sia in realtà – in un tratto di costa quasi privo di adeguate postazioni militari.
La fortezza cresce per addizioni successive, secondo le risorse che si rendono disponibili. Scarse nonostante non sfugga a chi la possiede il suo valore: sicura al punto che per chiunque – non solo per i nemici – è difficile, quando il mare è mosso, entrare con le imbarcazioni negli approdi naturali di Frisano e di Agustina, per quanto la sporgenza che attutisce la forza del mare consenta, secondo la direzione del vento, di accostare da una o dall’altra parte; così com’è altrettanto difficile arrivare in sommità, sia dalla parte del mare che dalla parte di terra, attraverso le ripidissime rampe.
A partire dal XIV secolo la vicenda di Castel Genovese è comune a quella delle altre piazzeforti dell’isola. Che sono spesso la causa di lunghe contese e normalmente costituiscono il premio per chi vince, il tributo da pagare per chi perde o per un’ alleanza ritenuta vantaggiosa; ed ogni passaggio di possesso comporta normalmente demolizioni e nuovi interventi per aggiustare e potenziare le preesistenti strutture.
Il castello, la cui posizione è ritenuta di vitale interesse per la protezione dei feudi in Anglona e il controllo dei traffici marittimi con la penisola, non sfugge all’ intreccio delle lotte per il controllo del territorio nel Capo di Sopra 1.
Non passa inosservato il suo valore ai signori d’Aragona che se ne impadroniscono verso la metà del Quattrocento quando per Castello-Aragonese – che muta per la prima volta il suo nome – inizia una nuova fase nella quale si conferma caposaldo del sistema difensivo nel tratto costiero dalla Torre di Abba Currente fino all’Isola Rossa ( anche se i documenti alludono ad un’ attribuzione di compiti di controllo più estesa comprendente il litorale fino a Longo Sardo)2. L’insediamento – che col passare degli anni consolida le funzioni e l’ aspetto del borgo fortificato – è occupato ininterrottamente dagli Aragonesi (che tra l’altro
gli attribuiscono il titolo di città demaniale), fino a quando nel Settecento diviene, come gli altri centri dell’isola, dominio dei Savoia.

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